a passo lento perchè... - apassolento.com
52025
post-template-default,single,single-post,postid-52025,single-format-gallery,theme-borderland,cookies-not-set,eltd-core-1.0.3,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,borderland-ver-1.9, vertical_menu_with_scroll,smooth_scroll,hide_inital_sticky,wpb-js-composer js-comp-ver-7.9,vc_responsive

a passo lento perchè…

apassolento.com… un giorno mi sono alzato ed ho pensato che questo fosse un bel nome per un sito e per l’attività che avrebbe dovuto mettere in vetrina. E poi mi rappresenta abbastanza…

In apassolento.com ci sono le attività che propongo, ma ho voluto mantenere anche il blog che timidamente tenevo e che continuo a curare nei ritagli di tempo, perchè in fin dei conti il fine è quello di vivere e “condividere la natura”.

Vivo a 30 minuti di auto dalle prime montagne, quelle del lecchese e del triangolo lariano, quelle decantate dal Manzoni e quelle in cui sono cresciuti alcuni dei più grandi nomi dell’alpinismo… forse è per questo che quando penso alla natura la mente vola subito a boschi ed a pascoli circondati da loro, le vette. Con gli anni ho poi imparato che la natura è in tutto ciò che di bello ci circonda.

I primi ricordi di montagna sono legati ad una casa in Aprica, ai cavalli di un maso in Sudtirol dove con la mia famiglia abbiamo passato alcune estati e ad un piatto di gnocchi grondanti burro mangiati in una malga in mezzo ai prati di Casnago. Poi ci sono il pian di Gembro circondato da nonni, zii e cugini per meravigliosi pic nic ed il fatto che in fondo la montagna già all’epoca, se presa senza fatica, era bella davvero.

La fatica. Da piccolo certo non mi piaceva. Da adolescente poi nemmeno a parlarne, nonostante facessi regolarmente sport, ma era molto più figo faticare assieme a dei compagni di avventure. Quei compagni di avventure che forse mi servivano per farmela amare di nuovo, la montagna.

Prima di tutto fu una vacanza in mezzo ai Sibillini con i miei. Ed un escursione con mio padre (che per la prima volta lasciai con la lingua a terra. ndr) in posto che ribattezzai “Perno dell’ade”. Un lago dentro un circo verde, freddo, sferzato dal vento e costellato di stelle alpine. Un sogno.

Poi una sera in un pub due di quelli che sarebbero diventati miei inseparabili compagni di avventure parlavano di andare a camminare il giorno seguente. Fu il monte Due Mani ed il bivacco Locatelli. Non ci fermammo più.

Di ciascuno di loro invidio qualcosa. E da ciascuno di loro ogni volta cerco di “rubare” un po di quel modo di andare per monti: la forza, la perseveranza, la spensieratezza, la spiritualità e la capacità di stupirsi ogni volta.

Il mio modo di andare in montagna? Forse un po’ tutte queste cose,

forse nessuna di esse.

Dopo aver deciso di diventare guida ambientale escursionistica mi sono spesso chiesto perchè accompagnare sconosciuti in montagna e perchè questi dovessero scegliere me per farsi accompagnare. La risposta alla prima domanda potrebbe essere: perchè fa star bene. Se fa star bene me farà star bene agli altri.

Mentre per la seconda, bhe, lì è stato un po’ più difficile.

Io voglio fare educazione ambientale, in senso lato, e sono convinto che il metodo scientifico (e le uscite didascaliche) facciano solo per gli scienziati. Credo che l’amore ed il rispetto per l’ambiente viaggino a braccetto con le esperienze e le emozioni che riusciamo a vivere in natura. Se il padre di quella che viene definita “interpretazione ambientale” (un modo contrapposto a quello scientifico per esporre i contenuti) è John Muir, io posso dire di avere avuto una madrina in Vanessa Vaio, di Studio Pan, che mannaggia a lei mi ha aperto una porta su un mondo sconfinato… Quelle che voglio proporre non sono quindi escursioni fini a se stesse. Sono semmai occasioni per stare in natura e condividerne la bellezza. Se quello che vedete vi colpisce al cuore impareremo tutti assieme a conoscerlo, a rispettarlo e ad amarlo. Allora avremo vinto tutti, io avrò raggiunto il mio scopo e voi starete meglio. Perchè nella natura si dimentica l’ego e si riscoprono i valori, ci si ricarica, si guarisce e si sta bene.

Ah… l’altro a cui devo tanto è il buon Aldo Rock (se non lo conoscete, seguitelo su Radio Deejay il venerdì nel corso di Deejay chiama Italia)…

Giornate o week end, sentieri più impegnativi o da condividere con i nostri bambini, notti tra le mura di un rifugio, di un bivacco o semplicemente davanti ad un fuoco, in tenda o senza, a contemplare…

ecco quindi apassolento.com… Perchè andiamo? Perchè ci piace… e poi “#saràbellissimo”.

gionata pensieri
No Comments

Post a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.