E’ il tempo di una grande miniavventura
Non è detto che per vivere forti emozioni bisogna per forza andare in Alaska o attraversare tutto l’Outback australiano a piedi.
Sei pronto per una miniavventura?
Come dici? Non hai tempo… ti mancano i soldi… l’attrezzatura… hai un fisico plasmato dal divano…
Benissimo, sai che ti dico? E’ proprio arrivato il tempo di vivere una miniavventura!!!
Contrariamente a quanto si possa pensare non occorre chissà che attrezzatura per vivere una piccola grande miniavventura sotto le stelle e a contatto con la natura, più che altro occorre la giusta consapevolezza per affrontare la cosa in tutta sicurezza.
Prima di tutto mettiti in testa che non devi essere un super atleta per vivere un’esperienza che sia emozionante. Non occorre nemmeno avere il portafogli gonfio di quattrini o andare in capo al mondo.
Puoi scegliere da te il luogo, la durata, il tuo obbiettivo personale, non è richiesta chissà che attrezzatura, puoi limitare i costi di viaggio spostandoti vicino a casa e per l’escursione bhe… basta programmare con un minimo di cognizione.
Nessuno dice infatti che lo scenario perfetto non sia il giardino di casa tua da condividere assieme ai tuoi figli, in ogni caso, in qualsiasi luogo tu sceglierai, potrai poi dormire sotto le stelle oppure usando una tenda o riparandoti semplicemente dentro una bivi bag oppure sotto un telo (tarp).
Live simply
Quello che offre una miniavventura è un’esperienza “vera”, all’aperto, spesso in luoghi anche vicini a casa a contatto con la natura, certamente divertente, eccitante e gratificante anche nella sua semplicità. Si tratta di esperienze accessibili a tutti: basta programmare con attenzione ed arrivare al dunque con un minimo di consapevolezza di quel che si sta facendo.
Un tempo anch’io pensavo occorressero materiale e preparazione per dormire sotto le stelle o poter godere di un tramonto spettacolare, con gli anni invece ho scoperto che non è affatto così. Pian piano ho abbandonato anche la tenda, abbracciando le meraviglie del backpacking minimalista e scoprendola quasi del tutto superflua in moltissime situazioni.
Avventuroso è quello che non conosci. La sfida all’ignoto. Avventuroso è un modo di essere, di sentire. Con una miniavventura si tratta di fare ciò che normalmente non fai, di superare la linea di comfort, di spingerti oltre, di farlo al meglio delle tue capacità; nessuno ti sta dicendo di andare in Alaska per passare settimane in un bus, nè di buttarti nella natura selvaggia privo di qualsiasi attrezzatura.
Eccoti qualche semplice consiglio per vivere una miniavventura in sicurezza, farti scoprire che occorre molto meno di quanto avevi pensato.
Programma
Prima di tutto programma la tua miniavventura.
Il mio consiglio per iniziare è quello di lasciar perdere la neve, valutare bene le temperature e soprattutto di consultare il bollettino meteo prima di partire: se c’è tempo instabile o pioverà per certo rimanda. Pernottare all’aperto d’inverno o sotto la pioggia sono situazioni che richiedono più materiale e preparazione fisica, di conoscenze e mentale.
Quella del trovare luoghi incantevoli e tranquilli dove dormire se vivi in una grande città non è proprio una cosa semplice ma una volta capito come fare non è così impossibile.
Un luogo adatto ad una miniavventura potrebbe trovarsi anche a pochi metri dal ciglio della strada, anche se qui parleremo di montagna ricorda che le stesse indicazioni valgono un po’ per tutti gli ambienti: campagna, collina, mare e perchè no, anche per le aree rurali nella cerchia esterna delle grandi città.
Se non conosci luoghi adatti devi imparare a sfruttare al meglio internet ed iniziare ad andare in giro durante le tue escursioni con uno sguardo un po’ indagatore.
Quante volte camminando o viaggiando in auto ti è caduto l’occhio su un promontorio, su una radura appena intuibile in un bosco?
Allena questo sguardo e indaga, creati una mappa mentale di come sono disposte le aree boschive, quelle aperte, i pascoli, ruderi, eventuali corsi d’acqua…
Procurati una cartina, ce ne sono di ottime anche che possono essere caricate sul cellulare (una buon app, gratis, ad esempio è “all-in-one offline maps”, ti permette di visualizzare le mappe della comunità openstreetmaps anche senza connessione dati)… quello che stai cercando è una zona tranquilla, con spazio pianeggiante sufficiente per ospitarti e nascosta alla vista di eventuali passanti.
Miniavventure, camping wild: note legali
Una nota sul tema del campeggio selvaggio. Di fatto dal punto di vista legale campeggiare è vietato ovunque tranne che nelle aree riservate allo scopo. Dal punto di vista pratico invece almeno il bivacco è consentito/tollerato nella maggior parte delle situazioni.
Proprio come quando ti appisoli sulla spiaggia durante l’estate al mare non interessa a nessuno, praticamente a nessuno importa se qualcuno si è discretamente messo a dormire e riparte alle prime luci dell’alba, a patto ovvio che non sia palesemente in un giardino o in un terreno privato, accanto ad una casa, vicino ad un rifugio, che la presenza non sia una “furbata” che dà fastidio o fa torto a qualcuno insomma.
La mia esperienza mi dice che: se si è educati, gentili, si trascorre solo una notte in un posto, ci si accampa con molta discrezione, magari senza montare una tenda alla luce del giorno, non si lascia assolutamente traccia di passaggio quando si riparte, allora non si avranno problemi.
I luoghi dove potersi sistemare per una notte sono moltissimi ed i più insospettabili, spesso anche a pochi passi dalla strada o dal sentiero.
La discrezione e l’intelligenza vengono prima di tutto: non bisogna fare cose vietate o che potrebbero fare incazzare voi nei panni di chi potrebbe “scovarvi”.
Attenzione a spot meravigliosi ma vicini a rifugi o abitazioni private. Attenzione però anche a siti di nidificazione o campi arati e seminati da poco, il buon senso dice che noi siamo natura, lasciare traccia del nostro passaggio equivale a distruggere la natura e un po’ anche noi stessi. Equivale a non poter più tornare in un luogo e, idealmente anche peggio, a privare qualcun altro delle fantastiche emozioni che noi abbiamo vissuto. Sarei io il primo a venire a prendervi a calci se state trattando con poco rispetto il lavoro di altre persone, se state trattando con superficialità o peggio ancora rovinando un luogo in cui si può vivere una miniavventura.
Attrezzatura
Una volta che hai un idea, ora che sai dove andare… cosa ti serve?
Prima di tutto uno zaino, va bene quello che hai in casa.
Poi dei vestiti caldi. Anche in questo caso non occorre che siano tecnici, basta che siano caldi e che ti possano proteggere dal vento e dal freddo notturno.
Non dimenticare spazzolino da denti e dentifricio, la carta igienica (se non vuoi riportatela dietro dopo l’uso allora prima scava una buca e poi sotterra il tutto!!!! Fa schifo a tutti trovare la distesa di fazzolettini bianchi), una torcia, del cibo e qualcosa da bere. Puoi anche cucinarti qualcosa di caldo… sarà impagabile…
Fornello
… per cucinare se hai un fornello sei già a metà dell’opera, se non ne hai uno e non trovi nessuno che te lo possa prestare puoi sempre costruirne uno ad alcool usando niente poco di meno che una (due in verità) lattina di birra, in questo caso non ti consiglio di cucinare cose complicate, ma per un pasto liofilizzato o precotto non avrai grossi problemi.
Il mio primo fornello ad alcool l’ho costruito seguendo queste stesse indicazioni che ti sto proponendo QUI.
Ti prego di non prendere in considerazione l’accendere un fuoco. Lasciare traccia di un focolare là dove non è già stato appositamente predisposto non è educato oltre che potenzialmente pericoloso.
Un falò richiede esperienza perchè tu lo sappia gestire, e ti giuro che il 90% dei focolari che trovo o vedo accesi non danno fuoco all’intero bosco solo perchè non ci sono le condizioni, non perchè chi ci sta attorno ha tutto sotto controllo come è convinto di avere.
Il pernottamento
Ok, fino a qui tutto molto bello e semplice. Siamo arrivati, abbiamo cucinato, abbiamo mangiato davanti a un bel tramonto… e ora? La notte.
Durante la notte per stare al caldo i tuoi nemici peggiori saranno tre: conduzione (la velocità con cui perdi calore per il contatto con il suolo), umidità e vento.
Il suolo conduce calore e te lo fa perdere velocemente, se a questo ci aggiungi l’umidità di risalita notturna ed il vento che ruba altrettanto calore puoi facilmente renderti conto che per dormire al caldo non basta un buon sacco a pelo.
Gli antichi pionieri dormivano addirittura senza problemi avvolti solo da una semplice coperta di lana, cosa che possiamo anche noi fare benissimo oggi, ma quale precauzione dobbiamo prendere? Il segreto è l’isolamento.
Isolarsi efficacemente dal suolo è forse la cosa più importante per passare la notte.
Materassini
Davanti a te ci sono diverse soluzioni.
Lasciando perdere le nozioni più “wild”, efficacissime ma che richiedono un po’ di lavoro, preparazione ed è meglio che per le prime volte tu sia seguito da qualcuno di più esperto, il mio consiglio per isolarti dal suolo è quello di procurarti o acquistare un buon materassino.
Quelli tradizionali “da campeggio”, di schiuma espansa, sono ingombranti e non sono il massimo della comodità ma costano e pesano molto poco, sono durevoli ed isolano benissimo. In commercio ci sono molti tipi di materassini (schiuma, autogonfianti e gonfiabili), quello che devi sapere è che ognuno di loro ha un “R-value” che ti dice la capacità isolante del materassino con un numero da 1 a 5.
L’R-value si somma, per cui se dormi sopra due materassini con R-value 2 e 3 sarà come averne sotto uno solo da R-value 5. Uno di quelli economici, in schiuma, da 1,5 cm, ha un R-value che si aggira attorno al 2,5-2,7.
Sacco a pelo
Come sceglierlo?
Sacco a pelo: una, due, tre, quattro stagioni? Piuma o sintetico? Come vedi il mercato ti complica la vita… la vera domanda a cui devi rispondere per orientare la tua scelta però è molto più semplice: a cosa ti serve? La discriminante una volta chiarito a cosa ti serve si riduce a: pesante contro leggero.
La tecnologia oggi permette di costruire sacchi a pelo caldissimi con un peso molto molto contenuto. Ovviamente il prezzo del sacco lievita moltissimo in questi casi.
Chi lo utilizza e per cosa in tutto questo resta sempre il fattore più importante. Che tipo di viaggio stai progettando? Avrai bisogno di viaggiare leggero (hai solo uno zaino, camminerai 20 chilometri al giorno, affronterai grandi dislivelli… ) oppure conta di più che tu possa passare una notte molto confortevole (ti stai apprestando ad un viaggio in cui camminerai poco fino ad un campo base in cui potrai lasciare gran parte dell’equipaggiamento?).
Prima di tutto devi capire il contesto di utilizzo, poi potrai considerare che per stare al caldo conta molto anche cosa hai sotto e sopra il sacco a pelo (ossia come ti isoli dal suolo e dal vento), come ti vesti al suo interno, il tuo metabolismo e quello che hai mangiato a cena…
Ottimamente isolato dal suolo, con uno spezzatino nello stomaco e vestito adeguatamente io passai senza problemi una notte senza tenda, sotto le stelle in mezzo alla neve ad almeno -15°C in un sacco a pelo il cui “comfort” è dato a 0°C.
Bivy Bag
Bivy bag, questa sconosciuta.
Una bivy bag è una sorta di copertura impermeabile per il tuo sacco a pelo. E’ discreta, molto più leggera di una tenda, decisamente meno costosa, di dimensioni nemmeno paragonabili una volta ripiegata e riposta nello zaino. Ci si infila dentro con tutto il sacco a pelo lasciando giusto uno spiraglio per l’aria ed il gioco è bello che fatto.
I contro?
Puoi sentire la brezza sul viso, se apri gli occhi di notte vedi tutta la volta del cielo, la mattina ti svegli con lo spettacolo dell’alba davanti agli occhi e puoi startene bello accoccolato dentro il sacco a pelo mentre te lo gusti (si ok… questi non sono necessariamente dei contro… ). E’ sicuramente un modo di campeggiare decisamente più wild, non sei “protetto” come all’interno di una tenda, se comincia a piovere non sarà proprio come stare in albergo (per aiutarti in questo caso passa a leggere dei tarp). Inoltre anche le migliori bivy bag durante la notte sviluppano sempre un po’ di condensa e questo per una notte magari non è un problema, ma in viaggio invece avrai bisogno ad intervallo più o meno regolari di appendere ed asciugare il sacco a pelo.
Ah, ricorda vestiti caldi, una bivy non è calda come una tenda.
Telo tarp
Detto anche telo tenda, si tratta di un telo occhiellato di dimensioni variabili che può essere “montato” in diverse configurazioni per creare un riparo dal vento o dalla pioggia.
Esistono in commercio soluzioni molto economiche ma anche soluzioni molto costose. La soluzione più economica è quella di prendere in una ferramenta il classico telo impermeabile con occhielli, costa poco e per un campeggio saltuario va benissimo.
Le dimensioni? Dipende soprattutto dalla tua stazza: io ne ho uno “leggero” che misura 1,5m x2, uno 3×3 ed uno 3×4,5… la mia esperienza mi dice che sopra la misura di 3×3 è difficile da gestire.
Per il montaggio si possono usare bastoni recuperati in loco, le bacchette da trekking, i rami degli alberi oppure spezzoni di cordino tirati tra gli alberi. Richiede quindi un minimo di pratica per imparare a configurarlo.
Ecco, ora che hai un’infarinatura sei pronto per uscire di casa e vivere la tua prima miniavventura.
Ricorda che quella sensazione un po’ brividosa che accompagna le notti sotto le stelle non scomparirà mai del tutto, in fin dei conti è proprio quello che andiamo cercando. E’ comunque importante magari arrivarci per gradi per trovare la giusta tranquillità, puoi iniziare da un luogo che già conosci ed hai già avuto modo di esplorare bene di giorno, oppure per le prime volte va con amico con cui condividere questa esperienza, in due è più facile.
Puoi anche seguirmi ed unirti ad una delle mie miniavventure se ti va: iscriviti alla newsletter, così sarai sempre informato su escursioni e weekend avventura da me organizzati, per etica e per la tipologia delle proposte non faccio mai gruppi molto numerosi, le emozioni sono assicurate.